Le tesi e il diritto d’autore

 

 

I nostri studenti spesso consultano le tesi dei loro colleghi. Solo raramente sono spinti dalla curiosità di vedere come si imposta un lavoro di tesi, più frequentemente la consultazione è utile per approfondire il proprio lavoro di ricerca e migliorarlo. In biblioteca è possibile fotocopiare solo il frontespizio e l’indice della tesi, cosa che spesso viene accettata con una smorfia..Sappiate che non lo facciamo per dispetto..stiamo solo cercando di proteggere la proprietà intellettuale dei lavori originali (le tesi appunto) degli studenti e dei ricercatori.

Ecco un paio di link per chi desiderasse approfondire l’argomento:

 

http://eprints.rclis.org/archive/00000091/

 

 http://www.dirittosuweb.com/aree/rubriche/record.asp?idrecord=727&cat=3

2 thoughts on “Le tesi e il diritto d’autore

  1. Stefano Baldi giugno 27, 2006 alle 4:46 PM Reply

    Ho letto con attenzione i siti da voi indicati. Premessa: quello di consulenza legale (il secondo sito) conosce bene l’articolo della De Robbio (primo sito).
    Ne risulta che sembra abbastanza assodato che il titolare del diritto d’autore sulla tesi sia il solo laureando e non il docente. Però De Robbio, dicendo che ci sono tre pronunce di giurisprudenza in materia, dice anche che due sono contrarie all’idea appena espressa: Giacardi nel suo articolo invece riporta una sola sentenza (quella a favore), generando una falsa impressione.
    Io personalmente ritengo che il vero autore della tesi sia il laureando (lo sa bene chi si laurea sul serio). Il relatore può dire quel che vuole (comprese certe illustri docenti di pharm.unipmn, è ancora così?…).
    Non mi convince ancora una cosa, nell’articolo di Giacardi: non è detto che la copia depositata presso la segreteria di facoltà pervenga automaticamente in biblioteca, né è detto che qui venga catalogata o quantomeno custodita. Per far sì che queste ultime fasi avvengano, occorre che ciò sia disposto da un regolamento di facoltà, o quantomeno di biblioteca.
    Inoltre “la tesi non può essere consultata da eventuali interessati senza il consenso del laureando” (anche se non ho capito bene se questa disposizione si trova nella legge sul diritto d’autore): quindi bene la biblioteca di pharm.unipmn che fa firmare una liberatoria al laureando, meno bene la biblioteca di dams.unito, che non fa firmare un bel niente (anche se potrebbe essere che lo studente, all’interno della marea di fogli che è chiamato a firmare iscrivendosi, firmi anche una pezza in cui acconsente a che la sua tesi venga consultata da terzi: ignoro se questo accada).
    Cosa importante ,che però mi pare che la De Robbio non evidenzi: la tesi è un documento pubblico perché atto ufficiale patapimpatapam, ma non è di fatto una pubblicazione nel senso in cui intendiamo questa parola solitamente (cioè un libro con un editore, depositato per legge nelle biblioteche dello stato etc.). La tesi di fatto è un dattiloscritto, quindi assimilabile agli inediti e ai manoscritti. In questo caso non solo la consultazione è subordinata all’autorizzazione dell’autore, ma a maggior ragione la fotocopiatura (e allora che cavolo dice la De Robbio quando dice: “messo in circolazione all’interno dei servizi di biblioteca degli Atenei (fotocopiatura)” ? Esistono biblioteche universitarie che permettono che le tesi vengano fotocopiate ??!?).
    Si potrebbe anzi sostenere che nemmeno la copia a fini di appunti è permessa senza il consenso dell’autore (argomento che una volta divise me e Barbara, notoriamente solidali su tutta la linea nei confronti dell’utenza). Bene: il compianto Marco Marandola – grande autorità in merito di diritto d’autore – diede ragione alla mia diletta collega.
    Effettivamente una tesi è come un manoscritto di un autore famoso.
    Un dubbio tuttavia rimane: se consideriamo la tesi come un atto ufficiale, alla stregua di una legge dello stato, di un bollettino, etc., essa sarebbe dunque un documento pubblico, avrebbe cioè un carattere di pubblicità che la farebbe uscire dalla tutela del diritto d’autore. Quindi ?
    (Ma soprattutto: provate a copiare il “patapimpatapam” che ho scritto qualche riga sopra e vi farò causa.)
    Ciao
    Stefano

  2. […] Per approfondire l’argomento, vi consigliamo anche la lettura di questo post (e dei relativi link). […]

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